martedì 15 gennaio 2013

Liberazione e Progresso

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Nella foto: Dipinto di Jack Vettriano -The Road to Nowhere


D.: Come faccio a sapere se sto progredendo?
 B.: ... chi progredisce e verso cosa?
 Non c'è "nessuno" a fare alcun progresso. ...  il più sicuro segno di "progresso"
 - la totale mancanza di preoccupazione a riguardo del "progresso" stesso... e circa la "liberazione",... un abbandono non-volitivo a qualunque cosa possa accadere.
(Ramesh Balsekar)

 " Perché la vita dovrebbe avere un significato? Perché dovrebbe esserci uno scopo per vivere? 
La vita in sé stessa è tutto quello che c'è.
 È la vostra ricerca di un significato "spirituale" che ha fatto diventare la vita un problema."
(Krishnamurti)

Inevitabilmente, dopo queste due riflessioni, mi è venuta alla mente una delle parabole Zen che più amo .  
- La ciotola -  Un novizio, appena entrato nel monastero, domandò al maestro Chao-chou: "Ti prego, spiegami che cosa devo fare per raggiungere l'illuminazione".
"Hai mangiato la tua zuppa?"
"Si."
" Allora, lava la ciotola."

 



 

giovedì 11 ottobre 2012

domenica 20 maggio 2012

L' Uomo Nuovo

L'Uomo Nuovo
è cosciente
di appartenere
alla Matrix Divina,
la rete della Vita
che pervade l'Universo
e che prende
temporaneamente forma
come pietra,
filo d'erba,
uccello,
uomo,
stella,
galassia.
Questa consapevolezza
accende
il pensare del cuore


martedì 15 maggio 2012

Buika - Jodida pero contenta (Directo Cueva Candela 06)

Pubblicità e Pasolini: innocente candore al tempo di Facebook | Intravino

Pubblicità e Pasolini: innocente candore al tempo di Facebook | Intravino

Facebook


Pier paolo Pasolini
Mentre l’amico Mark se ne va a spasso in felpa per Wall Street generando angosciosi interrogativi in economisti, stilisti e monaci proverbializzati, sulla sua creatura ogni giorno si consumano atroci misfatti, veri e propri attacchi all’intelligenza ed alla sensibilità di noi utenti/consumatori. Per quei due marziani tra voi che non sapessero da cosa dipenda il valore di Facebook (100 miliardi di bei dollaroni) basti una sola parola: pubblicità. Ma non pubblicità qualunque. Pubblicità targettizzata (oddio), insomma filtrata sul vostro profilo utente. Così, se io ho un sacco di amici che tracannano vino e lo dichiarano apertamente, se ho messo un bel po’ di “mi piace” su pagine vinose e se le mie info (maschio quarantenne, laureato, impiegato) dicono che ho una certa potenziale capacità di spesa, vedrò in bella evidenza sulla colonna di destra inserzioni sponsorizzate da soggetti che mi considerano un consumatore per loro interessante. Per questo io ho soprattutto inserzioni di viaggi, enogastronomia e lingerie.
Negli ultimi tempi del meccanismo se ne sono accorti in parecchi anche da noi. Così sulla mia colonnina trovo sempre più inserzioni pertinenti ai miei interessi. Ora queste inserzioni hanno forma di “strilli” contenuti in una foto piccola (50 x 50 pixel) e da un brevissimo testo (15 battute circa). Notoriamente la sintesi è una brutta bestia da domare, e veicolare in poche parole un messaggio commerciale è materia delicata, complessa, che richiede non poco talento e professionalità. Richiede però anche una roba che si chiama cultura generale, merce non facilmente reperibile. Ultimamente, un po’ per diletto personale (ehm) un po’ per lavoro, mi sto annotando le inserzioni della mia pagina FB.
La mia preferita ad oggi è la campagna pubblicitaria di Pordenonewithlove: PWL è un’iniziativa istituzionale realizzata dalla Camera di Commercio di Pordenone con il supporto di Provincia, Regione ed altri enti locali. E’ di fatto il portale del turismo di città e provincia. In un’ottica evoluta di marketing territoriale PWL ha predisposto dei pacchetti, delle proposte di visita che dovrebbero attirare il turista. Certo non facile allestire un pacchetto per far apparire Casarsa della Delizia, San Vito al Tagliamento e Valvasone la destinazione del mio prossimo fine settimana. Ad ogni modo per riuscirci non si sono demoralizzati; i friulani sono tosti, non cedono facilmente alla prima difficoltà: “ci serve un testimonial d’eccezione” – si son detti tra loro in furlan. L’hanno trovato, purtroppo: Pier Paolo Pasolini.
“Scopri l’offerta vacanza a Casarsa: gusta l’ottimo vino nella terra che ispirò Pasolini!”
” Approfitta dell’offerta: 3gg alla scoperta di Casarsa, terra di vini e patria di Pasolini!”.
Sorvolando sulle straordinarie proprietà ispiratrici dei vini casarnesi, mi soffermo in particolare sul testo della seconda inserzione per due passaggi che trovo straordinari: il primo è l’invito a soggiornare per 3 giorni a Casarsa della Delizia: una roba, con tutto il rispetto, davvero ardita; il secondo è l’utilizzo del sostantivo “patria”. Ecco, il Friuli Venezia Giulia è terra davvero splendida, una storia millenaria, una cultura meravigliosa, gente dura, storie di emigranti, di fatica e lavoro, di incroci di popoli – lo dico senza retorica o ironia alcuna – però che un comune di 8.600 abitanti venga assurto al livello di “patria” mi pare francamente eccessivo. E poi per assurdo, di chi sarebbe “patria” Casarsa della Delizia? Il concetto non è puramente anagrafico o territoriale ed è innegabile che fino al 1950 Pasolini lì crebbe e lì elaborò la sua prima originalissima poetica, però non vi nacque; il suo primo poetico vagito lo espresse a Bologna mentre dal Friuli dovette andarsene quando, denunciato per corruzione di minorenne – accusa da cui fu in seguito assolto – venne espulso dal PCI di Udine “per indegnità politica e morale”. A seguito di quei fatti Pasolini dolorosamente lasciò, con la madre, la patria Casarsa e si trasferì a Roma.
Ma forse questi sono argomenti pretestuosi, il fatto è che non mi libero del senso di disagio nel vedere utilizzata l’immagine di Pier Paolo Pasolini in un’inserzione pubblicitaria, anche se istituzionale, anche se di un territorio. Sarò ingenuo e falsamente ammantato di candore?
[Crediti | Immagini: Wikipedia, Facebook]

DIALOGO ITALIANO: E adesso... la pubblicità (3/3) ... e Pasolini, cosa ne pensa?

DIALOGO ITALIANO: E adesso... la pubblicità (3/3) ... e Pasolini, cosa ne pensa?


« Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà. »